La parodontologia si occupa dei tessuti di supporto del dente (gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare) e dei tessuti di supporto dell’impianto (mucosa perimplantare, osso alveolare e osso basale), con lo scopo principale di preservare la dentatura naturale attraverso la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie parodontali.

La gengivite e la parodontite nota come “piorrea” sono le più comuni malattie parodontali e colpiscono i tessuti di supporto del dente. Le mucositi perimplantari e le perimplantiti colpiscono i tessuti di supporto dell’impianto.

Queste malattie sono causate principalmente da batteri orali che infettano il solco gengivale intorno al dente scatenando l’infiammazione gengivale (gengivite) ed in presenza di impianti provocano l’infiammazione della mucosa perimplantare (mucosite perimplantare). La permanenza dei suddetti batteri, spesso dovuta ad una scorretta igiene della bocca, crea la distruzione dei tessuti gengivali e dell’osso alveolare con la formazione di tasche parodontali, con conseguente mobilità del dente (parodontite) e in presenza di impianti  gli stessi batteri danneggiano i tessuti perimplantari (perimplantite).

Questa situazione può causare la perdita del dente e degli impianti presenti nel cavo orale. Alcune situazioni favoriscono l’insorgenza  e l’aggravarsi della malattia parodontale. Il fumo, il diabete non controllato, l’assunzione di alcuni farmaci (antiepilettici, antidepressivi etc.) e la genetica, predispongono alcuni soggetti più facilmente alla malattia parodontaleA sua volta la stessa malattia parodontale aumenta il fattore di rischio nei pazienti con diabete, malattie cardiovascolari ed in gravidanza favorisce parti pretermine e nascite di neonati sottopeso.

Va ricordato che la parodontite è più diffusa di quanto si possa pensare, colpisce il 40% della popolazione adulta, è una malattia subdola che se non diagnosticata e curata non può che peggiorare, tanto da arrivare alla perdita grave di osso alveolare e degli elementi dentari, rendendo difficile anche il ripristino degli stessi con  gli impianti. Per prevenire l’insorgenza della malattia parodontale, causa anche dell’alitosi,  il nostro studio propone una visita specialistica seguita da un piano personalizzato di igiene orale professionale, il cui obiettivo è il controllo dell’infezione e l’informazione, l’istruzione e la motivazione del paziente al  controllo di placca in sede domiciliare.

Nel caso di una diagnosi di gengivite e/o parodontite, la terapia eziologica non chirurgica è il trattamento di base e consiste nella levigatura delle radici, motivazione del paziente ed eliminazione dei fattori ritentivi di placca, con la successiva rivalutazione parodontale.

La levigatura permettera’ la regressione dello stato infiammatorio delle gengive  ed il gonfiore  delle stesse che, accompagnato ad una  precedente perdita di osso, potra’  evidenziare  un ritiro gengivale .

Il successo della terapia è dato dalla riduzione della placca batterica, del sanguinamento al sondaggio e della riduzione della profondità del sondaggio ( il sondaggio ottimale non deve superare i  4 mm).  Nel caso contrario si rivaluterà  la terapia causale  e l’opportunità di effettuare o meno la terapia chirurgica parodontale. La chirurgia parodontale con le diverse terapie chirurgiche  permette di migliorare l’estetica del sorriso,  la morfologia della gengiva, dell’osso e del dente. Le procedure chirurgiche che si utilizzano sono la chirurgia muco-gengivale, la chirurgia resettiva, la chirurgia ossea rigenerativa:

  • La chirurgia muco-gengivale: un intervento di chirurgia muco-gengivale riduce o elimina una recessione gengivale, conseguenza della malattia parodontale  ma, molto spesso, di abitudini di spazzolamento scorretto che esponendo la radice può dare  sensibilità dolorosa o un inestetismo.  

  • La chirurgia resettiva: un intervento di allungamento di corona clinica può recuperare un dente fratturato o cariato molto in profondità, fin sotto la gengiva, esponendo il margine sano del dente, evitando così la sua estrazione.

  • La chirurgia ossea rigenerativa: un intervento di chirurgia ossea rigenerativa consente di trattare le tasche profonde che persisteranno dopo la prima fase non chirugica della malattia parodontale e, nelle aree dove sono stati estratti i denti, può far recuperare l’avvenuta perdita ossea, permettendo una corretta riabilitazione protesica o implantoprotesica. Questa fase attiva della terapia sarà accompagnata da una fase di mantenimento che, a seconda della gravità del problema, si baserà su 2-6 visite di controllo l’anno e sedute di igiene orale.